venerdì 23 gennaio 2015

IL DISCORSO INTEGRALE DI VALERIA PICCIAU AL CONSIGLIO GENERALE DELLA CISL SARDEGNA




Buongiorno sono Valeria Picciau componente della Segreteria Regionale Fistel-Cisl.
Un saluto al Segretario Generale Anna Maria Furlan e a tutti i presenti da parte di tutta la struttura che rappresento.
I settori di competenza della mia Federazione non sono stati immuni alla crisi che ha colpito in maniera drammatica la nostra regione.

-       L’editoria e la carta stampata attraversano un periodo di declino senza precedenti. La responsabilità è stata data in maniera semplicistica all’incalzare della digitalizzazione. Se in parte questo ha contribuito, dall’altra parte è stato l’alibi per gli speculatori del momento. La vera e più drammatica ragione della crisi e della disaffezione dei lettori è la generalizzata, noiosa povertà del contenuto editoriale.  A farne le spese è soprattutto la parte debole del sistema, i grafici e i poligrafici.  Stessa sorte per i tecnici che operano nelle Tv locali. Di contraltare la categoria dei giornalisti è diventata multifunzionale, inglobando di fatto le altre professionalità.

-          Stagione difficile ha vissuto e continua a vivere  l’Ente Lirico che a causa del disaccordo politico, che ha avuto forti ricadute sulla gestione, ha dovuto spesso ricorrere a pesanti linee di credito con le banche per sopperire ai ritardi nei pagamenti dei fondi stanziati, mettendo in serio pericolo la stabilità di 250 posti di lavoro.

-          Nel settore delle telecomunicazioni ci troviamo quotidianamente a fronteggiare Pseudo Strategie Aziendali che hanno come reale obbiettivo quello dell’abbattimento dei costi del lavoro a puro vantaggio del profitto. La Fistel sta lavorando in questi ultimi mesi per scongiurare che Telecom Italia societarizzi una parte importante dell’attività (quella del Caring) che cuba 9.000 lavoratori in tutta Italia. Nel mondo dei call center il problema principale non è la crisi economica, che si è fatta sentire molto dopo rispetto agli altri settori,ma è la mancanza di una legislazione che tuteli il lavoro in Italia. Avevamo riposto molte speranze sul confronto aperto lo scorso Maggio al Mise. L’sos dei lavoratori dei call center però non è stato ascoltato dal governo. Nessuna nuova legislazione efficace  è stata prodotta sul tema delle delocalizzazioni, permettendo l’esodo di lavoro verso i paesi dove il costo dell’attività è molto basso, lasciando i nostri lavoratori nelle migliori delle ipotesi con gli ammortizzatori sociali. Insieme a questo altro “buco legislativo” lo denunciamo da sempre sugli appalti del settore, che il più delle volte sono al di sotto del costo del lavoro e senza nessuna garanzia di continuità per gli operatori.  Questi sono i principali motivi che hanno visto la Fistel in prima linea nello sciopero generale dei call center dello scorso 21 Settembre.

Questa è una delle prove che la Cisl non ha una linea “morbida”come spesso ci accusano.
La nostra linea è CONCRETA, LIBERA DALL’AFFILIAZIONE POLITICA e soprattutto LUNGIMIRANTE rispetto a quella del tutto anacronistica degli altri.

Il caso della FIAT ne è l’esempio.

Un’ultima considerazione la voglio fare sull’impegno che la nostra organizzazione sta mettendo nel rinnovamento anche attraverso la formazione di giovani delegati. Faccio parte del corso che si sta tenendo al centro studi di Firenze che vede impegnati una trentina di ragazzi.
Questo è un segnala importante per il futuro che non può prescindere dalla storia del nostro recente passato.

Credo che l’unico nostro dovere sia continuare su questa strada per accompagnare il nostro paese verso la rinascita continuando ad essere solo 100% sindacato.


Grazie e buon lavoro

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