Le
notizie che da ieri occupano tutti i principali media italiani sono arrivate
con grandissima preoccupazione anche in Sardegna.
Sky
Italia comunica la chiusura della Sede capitolina nonché dei trasferimenti
verso Milano che oltre ad essere traumatici per le persone coinvolte, farà
pagare un prezzo altissimo anche in termini di esuberi e livelli occupazionali:
si annunciano 120 licenziamenti a Roma e 80 a Milano. Altri 300 trasferimenti
sono previsti da Roma a Milano e, per la prima volta, 10 persone da Cagliari a
Milano.
Qualche
anno fa il sito di Sestu contava oltre 1200 dipendenti a tempo indeterminato. Oggi,
tra dimissioni volontarie non sostituite e spostamenti verso altre sedi, i
dipendenti sono scesi al di sotto delle 1000 persone.
Davanti
a questo precipitare degli eventi sarebbe irresponsabile non considerare il Contact
Center di Sestu (un tempo uno dei più importanti d’Europa) come la probabile prossima
vittima designata dei piani di riorganizzazione aziendale.
Gli
sfavillanti grattacieli Milanesi costruiti ad hoc da Sky negli ultimi anni,
sono capienti ed attrezzati per tutte le attività. Non possiamo dire
altrettanto della sede sarda.
Le
figure di management e coordinamento rivestite da professionalità locali sono
state sostituite da altre provenienti dalla sede Milanese. Ancora più
allarmante, nonostante le recenti denunce sollevate dai Sindacati sui
quotidiani locali, è il costante spostamento di attività verso gli outsourcer,
spesso extraeuropei.
Il
grido di allarme dei sindacati, nonostante le tiepide rassicurazioni fornite da
Zappia solo nel mese di settembre, era purtroppo più che fondato.
Le
dichiarazioni di ieri, al di là dei numeri iniziali (comunque gravissimi) che
colpiscono la Sardegna, sdoganano un metodo che possiamo leggere solo in un
modo: nessuno, nei 3 territori delle sedi Sky, Cagliari, Roma e Milano, può
dormire sonni tranquilli.
Ricordiamo
che di questi posti di lavoro oltre l’80% sono stati creati negli anni tra il
2003 e il 2004 proprio a fronte di grandi investimenti e incentivi pubblici
sotto forma di sgravi fiscali e contratti agevolati (l’allora Contratto di
Formazione Lavoro) che fa di questa realtà produttiva un patrimonio di tutti i
sardi e una delle poche boccate di ossigeno che ancora resistono nel nostro territorio.
Come
Segreterie regionali SLC CGIL, FISTEL CISL e UILCOM UIL, esprimiamo la più
ferma contrarietà verso la drastica soluzione ipotizzata dalla dirigenza SKY.
Rappresentiamo la medesima preoccupazione che in queste ore sta caratterizzando
la vita dei lavoratori Sky della Capitale.
Allo
stesso modo, rinnoviamo l’allarme sociale verso una situazione che ormai è
divenuta concreta e imminente: quali speranze hanno i mille lavoratori sardi di
Sky se all’azione dei sindacati la politica non fornirà il doveroso supporto?
Per questo motivo, senza attendere oltre, chiediamo l’immediato intervento
congiunto della Regione Sardegna, del Sindaco Zedda e delle massime autorità
prefettizie e territoriali, chiamate alla salvaguardia dei quasi mille posti di
lavoro.
Le Segreterie Regionali SLC CGIL, FISTEL
CISL e UILCOM UIL