Un saluto al Segretario Generale Anna Maria Furlan e a
tutti i presenti da parte di tutta la struttura che rappresento.
I settori di competenza della mia Federazione non sono stati
immuni alla crisi che ha colpito in maniera drammatica la nostra regione.
- L’editoria
e la carta stampata attraversano un periodo di declino senza
precedenti. La responsabilità è stata data in maniera semplicistica
all’incalzare della digitalizzazione. Se in parte questo ha contribuito,
dall’altra parte è stato l’alibi per gli speculatori del momento. La vera e più
drammatica ragione della crisi e della disaffezione dei lettori è la
generalizzata, noiosa povertà del contenuto editoriale. A farne le spese è soprattutto la parte
debole del sistema, i grafici e i poligrafici.
Stessa sorte per i tecnici che operano nelle Tv locali. Di contraltare
la categoria dei giornalisti è diventata multifunzionale, inglobando di fatto
le altre professionalità.
-
Stagione difficile ha vissuto e continua a
vivere l’Ente Lirico che a causa del disaccordo politico, che ha avuto
forti ricadute sulla gestione, ha dovuto spesso ricorrere a pesanti linee di
credito con le banche per sopperire ai ritardi nei pagamenti dei fondi
stanziati, mettendo in serio pericolo la stabilità di 250 posti di lavoro.
-
Nel settore delle telecomunicazioni ci troviamo quotidianamente a fronteggiare Pseudo
Strategie Aziendali che hanno come reale obbiettivo quello dell’abbattimento
dei costi del lavoro a puro vantaggio del profitto. La Fistel sta lavorando in
questi ultimi mesi per scongiurare che Telecom
Italia societarizzi una parte importante dell’attività (quella del Caring)
che cuba 9.000 lavoratori in tutta Italia. Nel mondo dei call center il problema principale non è la crisi economica, che si è fatta sentire molto dopo
rispetto agli altri settori,ma è la mancanza di una legislazione che tuteli il
lavoro in Italia. Avevamo riposto molte speranze sul confronto aperto lo scorso
Maggio al Mise. L’sos dei lavoratori dei call center però non è stato ascoltato
dal governo. Nessuna nuova legislazione efficace è stata prodotta sul tema delle
delocalizzazioni, permettendo l’esodo di lavoro verso i paesi dove il costo
dell’attività è molto basso, lasciando i nostri lavoratori nelle migliori delle
ipotesi con gli ammortizzatori sociali. Insieme a questo altro “buco
legislativo” lo denunciamo da sempre sugli appalti del settore, che il più
delle volte sono al di sotto del costo del lavoro e senza nessuna garanzia di
continuità per gli operatori. Questi
sono i principali motivi che hanno visto la Fistel in prima linea nello
sciopero generale dei call center dello scorso 21 Settembre.
Questa è una delle prove che la Cisl non
ha una linea “morbida”come spesso ci accusano.
La nostra linea è CONCRETA, LIBERA
DALL’AFFILIAZIONE POLITICA e soprattutto LUNGIMIRANTE rispetto a quella del
tutto anacronistica degli altri.
Il caso della FIAT ne è l’esempio.
Un’ultima considerazione la voglio fare
sull’impegno che la nostra organizzazione sta mettendo nel rinnovamento anche
attraverso la formazione di giovani delegati. Faccio parte del corso che si sta
tenendo al centro studi di Firenze che vede impegnati una trentina di ragazzi.
Questo è un segnala importante per il
futuro che non può prescindere dalla storia del nostro recente passato.
Credo che l’unico nostro dovere sia
continuare su questa strada per accompagnare il nostro paese verso la rinascita
continuando ad essere solo 100% sindacato.
Grazie e buon lavoro
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